Ospitati da Lucio Cecchinello, Annalisa Minetti ha spiegato il suo recente approccio con il mondo delle due ruote, grazie alla Onlus Di.Di., che pochi mesi fa le ha organizzato un giro in pista a Vallelunga come passeggera del due volte iridato Manuel Poggiali.
«Non ho chiesto tante informazioni tecniche e ho detto a Manuel: 'Io chiudo gli occhi, andiamo!' Mi sono proprio fidata ciecamente», ha esordito Annalisa con l'autoironia che la contraddistingue. «Una sensazione straordinaria l'ho provata in curva: mi sentivo catapultata in avanti, mi sembrava di volare. Ho pensato che quel giro dovesse diventare un nuovo strumento di comunicazione, perché lo sport deve essere aperto a tutti, a chi si sente diversamente disabile, chi ha voglia di vedere la disabilità come un'opportunità, perché la volontà fa la differenza e l'impegno fa i vincenti. E siccome a noi piace essere vincenti, quest'impresa la vogliamo tentare: ho pensato di creare un evento di contorno al prossimo GP del Mugello che porti in pista dei volti noti, come passeggeri di piloti famosi. Una gara di regolarità in sella ad una biposto, con aziende importanti disposte a donare all'associazione un contributo per sorreggere i nostri eventi e i ragazzi diversamente disabili che si vogliono avvicinare alla moto. Cerchiamo anche sponsor che possano mettere a disposizione moto, tute e tutto quello che serve per aiutare chi vuol vivere da protagonista la propria vita senza emarginarsi perché qualcun altro ha deciso che sia così».
Ma non si fermano qui le iniziative della Onlus DiDi: il presidente, Emiliano Malagoli, da buon pilota pensa già alla realizzazione di una gara internazionale riservata a piloti disabili: «Lo sport deve essere accessibile a tutti, anche il motociclismo. Il mio sogno è di fare una gara, o almeno una passerella, in occasione di una gara di MotoGP o di Superbike, per mostrare a tutto il mondo quanta passione c'è in noi per la vita e per la moto nonostante la disabilità sia stata dovuta proprio alle due ruote. In molti sono già pronti ad arrivare dall'estero: dall'Europa ma anche dagli Stati Uniti e dalla lontana Australia».
Del resto, in poco più di un anno – tanto è trascorso dalla loro fondazione – la Onlus Di. Di. ha già fatto parecchia strada.
«Di.Di è nata quando ho deciso di tornare a correre in moto da disabile: prima non esisteva un gruppo che potesse aiutare un ragazzo a tornare in pista», ha spiegato Emiliano. «Da allora abbiamo organizzato un trofeo, corsi di guida in pista e alle fiere, lezioni di educazione stradale nelle scuole, iniziative di solidarietà come il DiDi Day a Vallelunga e abbiamo realizzato anche una moto per paraplegici con le rotelline laterali».
«Vedere questi ragazzi che si divertono in moto, tornano a sorridere e riprendono il percorso che stavano facendo prima è stata una cosa che ci ha fatto sognare tutti», ha commentato Alex De Angelis, che lo scorso anno a Misano ha seguito come spettatore una gara dei piloti Di.Di. all'interno della Bridgestone Champions Challenge. «E' importante divulgare la storia e l'iniziativa di Emiliano Malagoli. Ha tutto il mio tempo e la mia disponibilità, per aiutarlo in questo percorso che è veramente incredibile».
«Volere è potere: questa è la colonna sonora dei nostri sogni», ha concluso Annalisa Minetti. «Si dice che quando doni qualcosa rimarrà tuo per sempre: noi vi doniamo il nostro sogno, quello di un mondo uguale per tutti e dove nella diversità c'è la ricchezza. Voi aiutateci a realizzarlo».